Prossimità d’inverno

Airone

Lo guardavo e pensavo. A non far rumore, a non disturbarlo nella sua meditazione familiare fluviale, essenzialmente facevo in modo di rendermi invisibile.

Lo spiavo da dietro un albero, o meglio accasciata contro l’albero, come se fosse l’unico rifugio possibile per puntellare la vita, come un amore che non si perde.

Con la macchina fotografica in mano e il respiro lento, arresa al peso del mio corpo contro il suo tronco, mi sono ricordata di una cosa che avevo letto. Era qualcosa sul fatto che ciascuno di noi srotola il suo sentiero nella comprensione del mondo e che ogni pensiero o azione che mettiamo in atto diventa parte dell’energia collettiva del Pianeta.

Ecco, quell’airone stava usando la sua energia immerso nel rio, sguardo vigile nell'acqua rilassata. Io usavo la mia insieme a quell’albero.

 E nel silenzio di una mattina d’inverno era proprio chiaro.
Non importa dove ciascuno trovi la sua strada: siamo qui per affiancarci, esseri in cerca di pace che in questa piccola, intima ricerca possono riconoscersi e con discrezione accompagnarsi.