Dipanare il nostro #filoselvatico

Perché non semplicemente filosofia della natura?

In effetti nelle aule universitarie è questa che ci siamo abituati a studiare. Conosciuta in latino come philosophia naturalis, la filosofia della natura consiste nella riflessione filosofica applicata allo studio della natura. Ma qui non si tratta di “applicare studi” o di fare dell’imposizione di formule o teorie lo strumento per leggere un oggetto, cioè la natura. La natura approcciata secondo queste logiche assomiglierebbe un po’ alla geometria euclidea: ci si accontenta della lusinga del calcolo perfetto su forme inventate e per lo più inesistenti.

È invece la geometria dei frattali quella su cui vi invito a sintonizzarci, quella caratterizzata dalla ripetizione infinita di uno stesso motivo che però non ha una definizione matematica precisa. Un po’ come il respiro. Un gesto scontato a cui non facciamo caso, ripetuto infinite volte ed essenza del nostro esistere.

La necessità di un #filoselvatico da seguire

#filoselvatico è l’elogio di quel soffio costante e indispensabile, ritmo dei giorni e delle emozioni. Traduce la realtà in un approccio in divenire fortemente esperienziale ed empirico. Perché si tratta di addentrarci nelle connessioni che, nella natura e assieme alla natura, ci rendono soggetti delle relazioni, quelle che costruiamo e quelle di cui inevitabilmente siamo protagonisti pur senza consapevolezza.

Le proposte di #filoselvatico

Il senso delle esperienze proposte nelle attività di #filoselvatico è quello di ascoltare il nostro bisogno di prossimità, chiamando per nome – un nome tutto nostro, che importa? – tutto ciò che ci lega al mondo che abitiamo. Che ce lo rende riconoscibile all’interno delle relazioni “di fiducia”. Chiamare per nome è dare valore, è riconoscere presenza, è allacciare un legame, avviare un dialogo a cui possiamo partecipare tutti, indipendentemente dalle nostre professionalità, anche solo accordando i nostri fiati.

La natura non è solo scienza, né solo stato di coscienza. È realtà di consapevolezza, e poi di cura. Sarebbe sciocco pensare di poter o dover salvare la natura, lei sa già come fare. Siamo noi che, riprendendo il titolo di un libro, non siamo capaci di salvarci da soli. Per salvarci dobbiamo assaporare l’incertezza, fare attenzione alle piccole cose, non darci per scontati, esercitare la pazienza, il contatto, la rivoluzione, la resilienza.

#filoselvatico è dunque tentativo concreto in questa direzione, è esplorazione e osservazione empirica, ma con l’impegno che questi sguardi siano allargati e sistemici, a partire da quelli rivolti verso l’interno di noi.